Ricetto di Arborio - Arborio, Provincia di Vercelli

Stefano Masnaghetti

L'esistenza di un castello ad Arborio è testimoniata per la prima volta nel 1224, quando il borgo era feudo del comune di Vercelli. A partire dal 1407, quando gli Arborio si sottomisero ai Savoia, rinnovarono il maniero e costruirono un palazzo castellano, ancora esistente e oggi conosciuto col nome di Rocchetta. Nei secoli seguenti il castello subì distruzioni e saccheggi da parte dei Marchesi del Monferrato, degli spagnoli e dei francesi, tanto che oggi rimane solo il ricetto a testimoniare l'esistenza dell"antico fortilizio.

Citato per la prima volta nel 1266, si compone di più case, alcune ristrutturate e tuttora abitate, altre purtroppo abbandonate e lasciate a se stesse. È comunque un bell'esempio di ricetto piemontese: le parti più antiche, quelle trecentesche, sono contraddistinte dalla muratura in ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, mentre le costruzioni quattrocentesche hanno le mura in laterizio. Il gioiello del ricetto è la già citata Rocchetta, che conserva tre monofore ogivali e parte della merlatura ghibellina, oltre ad avere ben visibili due bertesche, una delle quali ancora in buono stato di conservazione.

Enrico Ripamonti

Solo pochi anni fa la conservazione degli edifici del castrum era giudicata "non adeguata e, in alcuni casi, del tutto insufficiente".
Oggi la situazione appare ben diversa anche se molte cellule sono state decisamente modificate in tempi moderni e quindi risultano non più leggibili.
In ogni caso è piacevole visitare questo castello-ricetto alla ricerca degli edifici più significativi come la "rocca" riconoscibile dalle tre finestre gotiche o la torre-porta occidentale inglobata, purtroppo, in un fabbricato. A sud è poi visibile un tratto del "poderoso" muro di cinta rinforzato da una torretta a pianta circolare.